Forse hai sentito parlare di NFT, ma cosa sono esattamente?
NFT sta per Non-Fungible Token, ovvero un certificato digitale che garantisce l’autenticità e la proprietà di un’opera d’arte digitale.
Nel 2021 un NFT di Beeple è stato venduto all’asta per 69,3 milioni di dollari, scatenando una vera e propria corsa all’oro digitale.
Ma oggi, a distanza di tre anni, cosa rimane di quel fenomeno?
Dopo un boom iniziale, il mercato degli NFT si è ridimensionato.
Nel 2021, le vendite di NFT d’arte hanno generato 232 milioni di dollari alle aste, mentre nel 2024 la cifra è scesa a 9 milioni.
Questo significa che l’entusiasmo iniziale si è placato, ma gli NFT non sono scomparsi: il mercato sta semplicemente diventando più stabile e maturo.
Chi compra ancora NFT?
Dopo l’esplosione iniziale, molte persone si sono allontanate dagli NFT.
In Francia, nel 2024, non se ne è venduto nemmeno uno all’asta, mentre in Italia la casa d’aste Pandolfini ne ha venduti 17, con prezzi tra 330 e 8.000 dollari.
Gli Stati Uniti restano il mercato principale, con il 93% delle vendite globali e un totale di 8,9 milioni di dollari.
Alcuni NFT, creati da artisti come FAR, XCOPY e Deekay KWON, hanno ancora raggiunto prezzi superiori ai 250.000 dollari.
Dal boom alla realtà: cosa sta succedendo?
Alcuni artisti che prima vendevano a cifre stratosferiche ora fanno più fatica.
Refik Anadol, ad esempio, nel 2021 ha venduto i suoi NFT per un totale di 5 milioni di dollari, mentre nel 2024 non ne ha venduto nemmeno uno.
Anche Yuga Labs e Larva Labs, famosi per le loro collezioni digitali, hanno registrato un forte calo delle vendite.
Per questo motivo, le case d’asta hanno cambiato approccio: ora si concentrano su artisti emergenti e prezzi più bassi, con alcuni NFT venduti anche per meno di 400 dollari.
Sotheby’s ha ridotto il numero di NFT messi all’asta e ha scelto un approccio più selettivo: il 97,5% delle opere è stato venduto, ma il 31% ha ottenuto un prezzo inferiore alle aspettative.
NFT: vale ancora la pena interessarsi?
Anche se gli NFT non fanno più notizia come una volta, il mercato non è morto: si sta solo trasformando.
Se prima erano visti come strumenti per fare soldi rapidamente, ora stanno diventando una forma d’arte digitale più accessibile.
Questo potrebbe essere il momento giusto per chi è curioso di esplorare il mondo dell’arte digitale senza dover spendere cifre enormi.
Gli NFT non sono più la moda del momento, ma rimangono un’opzione interessante per artisti e collezionisti che vogliono sperimentare nuove forme di espressione.
Il mercato sta cambiando, ma l’arte digitale è qui per restare.
L'intervista
Per approfondire questo tema ho intervistato Mattia Cuttini, in diretta dalla NFT Paris Conference.
Mattia Cuttini è un artista italiano che unisce design grafico e tecnologia blockchain. Attivo nella CryptoArt dal 2018, il suo lavoro fonde materiali analogici e digitali con estetiche glitch e ottiche (https://www.mattiac.it/).
Per approfondire leggi l'articolo Attenzione alle truffe degli NFT.
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Il problema degli NFT è stato confondere l’opera con il certificato.
NFT certifica che l’opera digitale collegata sia effettivamente di quell’artista e consente di tracciare tutti i passaggi di proprietà.
La bolla che c’è stata nel 2021 è stata totalmente immotivata, la narrazione della stampa su NFT faceva sembrare che fossero chissà quali strane nuove opere digitali, senza comprendere che in realtà si tratta solo di un certificato di proprietà tracciato grazie alla blockchain.
Non per niente poi la bolla è esplosa ed adesso c’è molto meno interesse.
Io spero che la tecnologia degli NFT sia integrata nei software di produzione artistica digitali, come Procreate, Photoshop, ecc, in modo da poter incapsulare il certificato direttamente nell’opera in fase di salvataggio.
Grazie per la tua riflessione!